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LA FORMA DELLA FELICITA’ – Prologo

Dal 1790 ai giorni nostri, le storie parallele di due famiglie separate dal destino. Un naufragio e un delitto daranno vita a un cerchio che si chiuderà solo dopo tanti anni e molte vite.
Una linea sottile traccia il confine tra sogno e realtà, mentre un filo invisibile lega due terre: Carloforte e Pegli

Prologo

Antonello Rivano



Aeroporto di Cagliari Elmas 2014

<<Quante storie dietro queste persone>>, Ivan Antinori è arrivato in anticipo, come suo solito, manca ancora più di un’ora all’atterraggio, ammesso che non ci siano ritardi. Sta andando avanti e indietro, percorrendo innumerevoli volte lo tesso percorso: l’intera lunghezza della zona arrivi. Si guarda attorno, osserva quelli che, come lui, stanno aspettando qualcuno. <<Tante attese diverse, genitori, figli, amici, fratelli, mariti o mogli… fidanzati>>, Il suo pensiero viaggia tra quella gente, da un volto ad un altro. <<Sicuramente qualcuno piangerà, forse di gioia, lacrime diverse da quelle della sala partenze, in fondo le lacrime possono avere infinti significati e non sono altro che le parole che non sai dire>>.

   È così che sono nate le sue poesie più belle, osservando la gente, fotografando con le parole quello che lasciavano trasparire. Pensa a quante di quelle persone abbiano anche una vita virtuale su internet. Ha scoperto che dietro ogni Pc, Tablet, cellulare, ci sono persone che hanno bisogno di raccontare ed essere ascoltate.  A quelle persone ha regalato tutte le sue poesie e i suoi racconti, perché non c’è nulla di virtuale dietro a un’amicizia stretta sul web, non esistono “amicizie virtuali” ma “amicizie”. Chi digita su una tastiera non è un robot ma una persona con un cuore e dei sentimenti. Quel mondo a lui ha dato tanto, donare delle emozioni, attraverso i suoi scritti, è il suo modo per contraccambiare.

  Intanto il tempo è passato, uno sguardo al tabellone con lo stato dei voli, l’aereo è appena atterrato. Tra poco la porta scorrevole si aprirà e lei sarà li; sono passati solo due mesi ma sono parsi un’eternità. Ripensa a tutto quello che lo ha portato ad essere li ora, agli incroci, i bivi che hanno costellato il viaggio, le scelte che lui ha fatto, a quello a cui ha rinunciato tanto tempo fa. L’orologio gli dice che sono già passati dieci minuti, i primi passeggeri stanno oltrepassando la porta, per i più l’attesa è finita, ed eccoli gli abbracci, i pianti, i sorrisi. Si sporge per vedere meglio sino in fondo al corridoio che porta dalla zona bagagli alla zona dove si trova chi, come lui, sta aspettando qualcuno. Sono solo una trentina di metri ma separano il sogno dalla realtà. Solo quando lei sarà tra le sue braccia ritroverà la consapevolezza che esiste davvero.

  Si è distratto un attimo, affascinato dall’incontro tra una persona anziana e un giovane, probabilmente padre e figlio: si sono abbracciati e ora si allontano uno con la mano sulla spalla dell’altro, come a voler prolungare quel contatto che ha sancito un ritorno. Per un momento, ripensa al rapporto splendido che ha avuto con suo padre. Con lo sguardo ritorna alla porta e la vede. Anche se la sua figura è illuminata dalla fredda luce dei neon lei sembra avvolta da un qualcosa di ben più caldo. Si avvicinano lentamente, quasi a non volere sciupare neppure un istante di quell’attimo che sanno irripetibile, rispettosi di quanto stanno provando: tutto l’amore del mondo.

Le prende la mano e, fissandola negli occhi, la sfiora con le labbra.

-Oltre all’aspetto di gentiluomo di campagna anche i modi ora.

-Pensavo ti sarebbero piaciuti il mio cappello e la mia giacca di velluto.-

-Molto “vintage”, ma ora dammi un bacio vero… stupido- lei inizia a ridere, Ivan interrompe quella risata attirandola a sé e baciandola, questa volta il bacio è ben altra cosa.

-Bene, sei pronta per l’sola? –

-Certo, come dici sempre tu “ogni uomo dovrebbe avere un’isola a cui tornare”, fa niente se sono una donna? –

-L’isola ti adorerà, ama le donne di carattere, del resto tutto quello che ho è iniziato da una donna, tanti anni fa. –

Ed è cosi che, ancora una volta, il tempo perde significato e il suo nastro si riavvolge, ora che il cerchio si è chiuso e non c’è più nulla fra presente e passato. Ora che tutto ha un senso e di ciò che è stato resta solo una storia fatte di tante storie e  molte vite.
[Continua]

La prossima settima: Capitolo 1: La promessa (Pegli 1790)
I testi tratti dal romanzo di Antonello Rivano “La forma della felicità” (ilmiolibro.it, 2018) pubblicati sul Ponentino possono non corrispondere totalmente con quelli del libro e sono frutto di una rielaborazione dello stesso autore.

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La copertina originale dell’opera è del pittore carlofortino Salvatore Rombi