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LA LANTERNA –  La burocrazia e la transizione… economica

La Lanterna-Rubrica a cura di Marco Maltesu

La burocrazia e la transizione… economica


Non è la prima volta che mi imbatto in argomenti che riguardano la burocrazia, ho già trattato questo soggetto su di un articolo de Il Ponentino. Ciononostante, succedono delle cose ogni giorno che mettono in evidenza degli elementi non considerati o che fanno emergere aspetti sconosciuti della forza devastante espressa dalla burocrazia, su tutte le attività dell’uomo, quello italiano in particolare. Non è infatti un caso se l’Italia si trova, secondo il Global Competitiveness Index 2021 al  41° posto della classifica a differenza di altre nazioni europee come il Portogallo al 36, Francia al 29°, Belgio 24°, Germania 15°, Olanda 4° o la Svizzera 1°per citarne solo alcune fra quelle in posizione migliore dell’Italia.

Secondo il Centro Studi della Confindustria un aumento dell’efficienza della Pubblica Amministrazione, anche solo dell’1%, genererebbe già un incremento del PIL pro capite dello 0,9%. Ma non solo, un aumento di efficienza della Pubblica Amministrazione produrrebbe una crescita degli investimenti, in particolare quelli internazionali, con effetti molto positivi sull’occupazione.

Ma cosa significa in Italia essere soggetti alla burocrazia lo scopriamo grazie ad una indagine svolta dalla CNA, Confederazione dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, con la collaborazione di 52 sedi territoriali di cui 50 capoluoghi di provincia. Per aprire un Bar vengono richiesti 71 adempimenti burocratici, per aprire una Gelateria 73 adempimenti con 26 differenti enti coinvolti. Nel primo caso l’aspirante imprenditore DEVE frequentare dei corsi ed investire (in pratiche, costi dei corsi, ecc) una cifra di circa 15.000€, per la Gelateria va un pochino meglio perché bastano 12.500€.

Peggio ancora può capitare a chi decide di aprire un’attività come autoriparatore, con ben 86 adempimenti ed una spesa di 18.500€, o addirittura ad un aspirante falegname sono richiesti circa 20.000€. Si capisce bene che questo significa escludere completamente chi non ha già un patrimonio sufficiente per affrontare le spese burocratiche richieste, oltre a quelle necessarie per gli acquisti legati all’investimento reale che è indispensabile per la creazione  ed il lancio dell’attività. Oltretutto diventa necessario rivolgersi ad un professionista della burocrazia per riuscire a districarsi nel labirinto delle regole che il nostro Stato ha confezionato per il cittadino aspirante imprenditore o artigiano.

Dalla stessa indagine possiamo ricavare l’entità del costo della burocrazia per le aziende italiane che ammonta a 57 Miliardi, praticamente il corrispettivo di due anni di finanziarie.

La burocrazia, come dicevamo, agisce su tutte le attività della nostra vita, vediamo ad esempio come, in questo periodo, con una guerra all’interno dell’Europa, stia fortemente condizionando le nostre attività.  Sarebbe necessario, oggi, un forte impulso davanti a quello che la guerra sta dimostrando essere uno dei punti deboli della nostra economia, ovvero la dipendenza dalle energie provenienti dall’estero ed in particolare dal gas e petrolio russo. Eppure, come ormai sempre più denunciato a livello generale, esistono una quantità incredibile di progetti, su energia solare ed eolica in particolare, pronti a diventare operativi e che invece sono stati bloccati da motivazioni di tipo “burocratico”.

La realtà è che viviamo, quindi, in una nazione che ha una potenzialità enorme di produrre energia proveniente da fonti rinnovabili ma che ha puntato invece, nel recente passato, sull’accrescimento della fornitura di energie fossili da paesi terzi, come nel caso del gas e petrolio russi.

Analogo discorso può essere fatto, per quanto riguarda l’agricoltura, con la insufficiente disponibilità di una serie di prodotti, di tipo agricolo, che fino al giorno dell’inizio della guerra fra Russia ed Ucraina, provenivano dalle due nazioni in conflitto. Sono tante le considerazioni da fare sul perché una nazione con l’agricoltura sviluppata e diffusa come la nostra abbia rinunciato alla coltivazione di alcune produzioni perché vedevano gli agricoltori italiani non concorrenziali con paesi, come l’Ucraina e la Russia, che chiaramente hanno la possibilità di produrre a costi più bassi. Questo di fatto ha generato una dipendenza della nostra nazione dall’importazione estera.

Anche per quanto riguarda tutte le attività agricole, la burocrazia genera dei “mostri” da cui è difficilissimo uscirne, riguardano i tipi di culture e le infinite regole che disciplinano tutto ed anche di più, ed in questa rete rimangono “impigliate” anche le nostre speranze di poter consentire, per esempio, a un numero diffuso di agricoltori, la possibilità di installare i pannelli solari sui propri campi utilizzandoli allo stesso tempo per continuare a produrre prodotti agricoli. Le recenti tecnologie, consentono infatti, di installare i pannelli fotovoltaici a 4 metri di altezza, in maniera tale da consentire lo sfruttamento del terreno sottostante per fini agricoli.  Ma la tecnologia non ha fatto i conti con il legislatore…

Il risultato di tutto questo è il fatto che, in un momento in cui avremmo una estrema necessità di aumentare le nostre capacità di produrre energia con le fonti rinnovabili, ci ritroviamo invece a sentir parlare di riapertura delle centrali a carbone…

Lo stesso paradosso lo ritroviamo nell’applicazione del Superbonus casa, un provvedimento nato con lo scopo dichiarato di determinare un ammodernamento energetico del nostro patrimonio abitativo, ma che ha visto invece, nel tempo, aumentare la prostrazione degli aspiranti beneficiari con norme che vengono modificate di continuo, rendendo di fatto, difficile, se non impossibile, l’applicazione di questo strumento.

In conclusione, possiamo dire, che nessuno sviluppo reale sarà possibile, se non saremo capaci di ricostruire una nazione basata sulla fiducia nei confronti del cittadino. È necessario un abbattimento totale dell’appesantimento burocratico esistente in ogni settore e che venga ripristinato un sistema di controllo dell’aderenza alla legge con un percorso di incentivazione diffusa e crescente nei confronti dei cittadini.